Giuseppe Sbriglio

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News

SPORT = WELFARE : DIFENDIAMOLI DAI TAGLI

Apprendo dagli organi di informazione dei possibili tagli che l'Amministrazione comunale dovrà porre in essere, nei prossimi anni, per raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio. Concordo con la necessità di non ridurre le prestazioni alla cultura e al welfare, ma vorrei sottolineare che la medesima linea dovrebbe essere perseguita anche per quanto riguarda le politiche sportive.

In questi anni, il bilancio dello sport ha subito tagli sempre più insostenibili e ad oggi non si comprende come sia possibile mantenere in essere servizi essenziali come ad esempio i progetti sportivi rivolti ai ragazzi nelle scuole e agli anziani, le visite mediche, ecc... Questo soprattutto in considerazione del fatto che lo sport non dovrebbe essere inteso come un'attività ludica, bensì come una vera e propria attività di prevenzione  alle patologie e un beneficio al sistema sanitario nazionale.

Penso sia inoltre necessario aprire, in tempi rapidi, strade innovative per reperire nuovi fondi, come ad esempio il progetto “naming rights” oppure tramite  altre idee e proposte

Credo sia necessario fare il punto della situazione al più presto in una discussione pubblica  insieme alla Giunta, alle Associazioni sportive, alle Federazioni, agli  Enti di promozione sportiva e al mondo sportivo tutto.

Lo chiede L'italia dei Valori in Comune ma non lo chiediamo solo noi!

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GIOVANI E LAVORO

E' arrivato il momento di mettere la questione giovanile ai primi posti dell'agenda politica.
Davanti ad un tasso di disoccupazione nei giovani che l'Istat denuncia al 29.6 %, il massimo dal 2004, servono scelte chiare e consapevoli per costruire un mercato del lavoro piu' aperto e responsabile , per un occupazione sana e sostenibile in un sistema  socio-economico aperto a nuovi modelli organizzativi e di governance.

La crisi economica ha creato un vero e proprio dramma tra i giovani , con dinamiche occupazionali sempre piu' provvisorie al punto che nel 2010 il lavoro a  tempo determinato o precario  ha pesato per  l'85% degli avviamenti. Il Piemonte ha il tasso di disoccupazione giovanile piu' alto tra tutte le regioni del Nord Italia e la percentuale dei  NEET  - ragazzi che non lavorano , non studiano e non fanno formazione - e' al 17.6 %, circa 3,6 % punti in piu' del 2008.

Nella nostra regione il calo degli occupati nell'industria  non e' stato riassorbito nel settore dei  servizi ed e' coinciso con il forte calo del settore  manufatturiero. Dietro questi freddi ma spietati numeri ci sono i volti , i pensieri ed i sogni di tanti giovani cittadini  troppo spesso costretti a progettare il loro futuro  di mese in mese poiche' se un contratto di lavoro arriva , in genere e' di breve durata e....domani  chissa' ???

 

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LARGO AI GIOVANI...... DI TESTA:GRAZIE PRESIDENTE NAPOLITANO

Dicono che la politica sia in mano a persone troppo anziane,  forse è vero; credo anche che superata una certa soglia di età, la lucidità vintage e lo sguardo saggio  sul futuro dei giovani siano benefici. Per fortuna, grazie ad una costituzione che alcuni vogliono modificare, a scapito della concentrazione di potere sul Capo del Governo, esiste nella nostra democrazia il Presidente della Repubblica.

Pensate, per un attimo, se in questo momento fossimo in un sistema senza questa garanzia costituzionale , pensate se la prima carica dello Stato fosse il primo ministro e non il Presidente della Repubblica…Grazie Presidente Napolitano di esistere, grazie per interpretare la costituzione con una visione lucida e giovane. Lei sta dando tutte le indicazioni utili al paese e si sta preoccupando dell'Italia più di ogni altro interlocutore del Governo.

La fiducia che il nostro paese perde ogni giorno all'estero viene recuperata da quello scatto di orgoglio patriottico che Lei infonde con i Suoi interventi. Non glielo dico da rappresentante di una formazione politica, ma da persona che interpreta il sentimento di tanti giovani che ancora credono nell'importanza della politica, del ruolo fondamentale delle istituzioni e da innamorato di quella  cara carta costituzionale che ci hanno lasciato i nostri padri con non pochi sforzi.

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COGLIERE LE OCCASIONI!

Cogliere le occasioni!

Le parole del Rettore del Politecnico Prof. Profumo, in audizione in commissione, ci hanno ricordato quanto sia importante anzi fondamentale non “perdere le occasioni”: questo ci chiedono i nostri interlocutori. Troppo spesso in politica il costruire è sinonimo di affossare, di perdere tempo. Non possiamo più permettercelo! Gli amministratori maturi devono lavorare al passo coi tempi non solo a parole,  ma soprattutto nei fatti e nei progetti: perdere una scadenza per un professionista vuol dire responsabilità professionale, per un' amministrazione danno irreparabile e responsabilità nei confronti dei cittadini.

E’ necessario progettare avendo a mente come sarà il mondo di domani: guardare oltre il piccolo confine che ci circonda non solo come confine geografico di spazio ma di tempo. Saper cogliere le occasioni utili e dare risposte concrete: penso ad esempio ai temi del lavoro e della formazione. Ho seguito con interesse le risposte date dalla giunta in commissione lavoro sulle linee strategiche; dobbiamo però dare indicazioni certe e chiari tempi di realizzazione, altrimenti falliamo. I lavoratori dello Csea lo chiedono davanti a Palazzo Civico facendo lo sciopero della fame, ma alla loro voce si uniscono tutti i giovani disoccupati e i cinquantenni che perdono il lavoro. Decisioni rapide, occasioni da cogliere al volo e progettualità pensando a come sarà il mondo e Torino nel prossimo futuro: solo così vinceremo le sfide.

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LA FIAT HA BISOGNO DI TORINO, TORINO HA BISOGNO DELLA FIAT

Tutti noi sappiamo quanto l'Italia sia importante per la Fiat e quanto la Fiat sia importante per l'Italia e per Torino. Lo dobbiamo dire al di là dalle polemiche e con un certo orgoglio reciproco, perché l'Italia ha bisogno di una grande azienda automobilistica e la Fiat ha bisogno di un mercato. Nel 2004 la crisi della Fiat era dovuta ad un problema interno all’azienda, rimasta per troppo tempo chiusa su se stessa , perdendo il contatto con la realtà del mercato.

E’ emerso che le vere cause delle grandi perdite operative della Fiat non stavano nel costo del lavoro, ma andavano cercate altrove. Il costo del lavoro, di per sé, non fa la differenza tra un’azienda competitiva ed una no, ma diventa un problema quando il mercato è sottoposto a cambiamenti strutturali e permanenti e risulta collegato a indici di produttività e di utilizzo degli impianti. Il cammino di risanamento e di crescita è stato però bruscamente interrotto dallo scoppio della grande crisi internazionale: Fabbrica Italia non può essere solo una dichiarazione di intenti, ma una dimostrazione dell’impegno della Fiat verso il Paese.

La Fiat deve sentirsi impegnata alla costruzione di un grande gruppo internazionale, anche grazie agli accordi raggiunti con i sindacati e la maggioranza dei lavoratori, per garantire prospettive solide e durature e per creare benessere nel territorio in cui operiamo, così come devono sentirsi impegnati gli organi di governo a qualunque livello.

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